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La Coppa Dop regalata al Tour: la lezione dei ragazzi piacentini Lorenzo Casella e Filippo Cordani agli “esperti” di marketing territoriale

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La maglia gialla Tadej Pogacar e Lorenzo Casella

Tour de France a Piacenza: altroché Coppa d’Oro e assessorati vari… per promuovere le eccellenze del nostro territorio, sfruttando a dovere la gara ciclistica più famosa del mondo, “bastava” la spontaneità di due giovani, la simpatica disponibilità di Tadej Pogacar, già in maglia gialla, e una Coppa Piacentina Dop.

Ragazzi in gamba

I geniali protagonisti dello sketch, ripreso anche dai media nazionali e da tantissimi canali social, compreso quello ufficiale del Tour – dove al momento il video ha già superato i 75mila like e il milione di visualizzazioni – sono Lorenzo Casella e Filippo Cordani.

Il tutto si è svolto in pochissimi secondi, ma per lasciare il segno è valso più di tutto ciò che (non) hanno fatto le Istituzioni e i Consorzi locali da sei mesi a questa parte.
I due intraprendenti giovani si sono mossi poco prima della partenza della terza tappa Piacenza-Torino, puntando sul campione sloveno: lo hanno accolto con un cartello che più o meno riportava in inglese “Pogacar, abbiamo un regalo per te. Vincere il Tour de France è sopravvalutato, la Coppa piacentina è meglio – prendi la nostra”.
E hanno fatto centro: Pogacar ha fermato per un attimo la bicicletta per partecipare alla simpatica “premiazione”, davanti a decine di obiettivi e alla legittima soddisfazione dei ragazzi.

La voce dei protagonisti

Il 25enne Casella, che si definisce un malato di ciclismo, ci racconta: «La nostra è stata un’idea spontanea, nata in modo scherzoso»; con l’amico Filippo Cordani (20 anni) «abbiamo contattato al volo l’entourage di Pogacar, il mio idolo, appena arrivati a piazzale Malta e abbiamo avuto subito la loro disponibilità per la consegna della coppa che ci eravamo portati da casa». Così, il video che ne è uscito, di una straordinaria naturalezza e simpatia, è diventato un vero spot in mondovisione per la nostra coppa.

Il gesto dei due giovani piacentini sta ottenendo un successo mai visto. «Avevamo lo scopo di valorizzare il nostro territorio e i suoi prodotti, con la coppa in primo piano», spiega Casella. «Un salume che tanti ci copiano, scelto anche per questo come testimonial e per il gioco di parole con la coppa intesa come premio di prestigio». Adesso il sogno sarebbe «un video con Pogacar che dopo aver assaggiato il nostro salume ci racconta quanto gli è piaciuto… ma sappiamo che sarà impossibile e comunque siamo già contentissimi del risultato che abbiamo ottenuto», conclude Casella.

La gioia di Filippo Cordani
Ora, almeno, tocca alle Istituzioni

Un sogno, forse… ma se qualcuno, come il Consorzio di Tutela Salumi Dop Piacentini – molto capace, va detto, nell’ottenere contributi per l’attività di promozione – alzasse subito il telefono proponendo alla maglia gialla di farci da testimonial, di fatto raccogliendo i frutti dell’ottimo lavoro di Lorenzo e Filippo, forse non sarebbe così difficile da realizzare. Di certo farebbe conoscere questa nostra eccellenza, come deve essere, fuori dai confini piacentini, dove troppe volte è relegata a causa di iniziative di marketing discutibili: lo testimonia, ad esempio, l’evento top per il Consorzio, la cerimonia della Coppa d’Oro della quale dopo neanche una settimana non c’è più traccia nella memoria dei più. Iniziativa svolta in un Palazzo Gotico mezzo vuoto con la stampa – non quella piacentina: importante sì, ma in provincia la coppa la conosciamo già! – che praticamente non ne ha minimamente parlato. Ecco: l’agenzia incaricata dal Consorzio farebbe forse bene a pagare una consulenza (non vi ambiscono, sia chiaro) a Casella e Cordani, da cui sicuramente dovrebbe prendere esempio.

Cosa resta del Tour…

Dal punto di vista turistico lascio parlare chi ne sa più di me, che dovrà tirare le somme tra sei mesi, non stasera. Per il momento, nelle interviste dei media alle autorità piacentine, si sentono autoelogi e straripante autocompiacimento: neanche l’occasione unica del Tour andasse sfruttata per mera promozione domestica.

In realtà, come hanno insegnato questi due ragazzi, capendolo più di chi ne aveva il compito, l’opportunità offerta da questa vetrina mondiale era farci notare – non solo vedere – e colpire il mondo: per questo hanno reso più i loro 25 secondi che non gli oltre sei mesi in cui ci si diceva da soli quanto siamo stati e saremo bravi. No: avere la Grande Boucle non doveva essere avere una notte di alberghi pieni e vederci in televisione dandoci di gomito mentre ci diciamo “quelli siamo noi: come siamo bravi!”. Di bravi, per ora, sicuramente ci sono Lorenzo Casella e Filippo Cordani. 


Il video con la consegna della Coppa Doc

 

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