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Parte il Polo del ferro di Piacenza: ma cosa si fa con l’ecomostro dell’A21?

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Polo del ferro di Piacenza: firmato ieri il protocollo d’intesa alla presenza del vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Con lui a palazzo Mercanti c’erano l’assessore regionale allo Sviluppo economico Vincenzo Colla, il sindaco Katia Tarasconi, l’amministratore delegato e direttore generale Gianpiero Strisciuglio di Rete Ferroviaria Italiana e l’amministratore delegato Umberto Lebruto di F.S. Sistemi Urbani.

In sintesi, il nuovo protocollo che aggiorna quello del 2019 prevede due punti chiave. Per prima cosa: “Scalo merci di Piacenza efficientato e trasferito nell’area del Polo logistico di Le Mose”, spiega una nota dell’Amministrazione comunale. Poi si passa alla stazione ferroviaria di piazzale Marconi, che verrà “riqualificata e ripensata in chiave di sicurezza urbana con nuove funzionalità e nuovi spazi per i cittadini, i pendolari e i turisti. Tradotto: Una città migliore, più bella e funzionale e trasporti migliori, più efficienti e sostenibili”.

Tutto bene? Certo che sì, visto che tra l’altro pare si vada finalmente sul concreto. Per esempio, Strisciuglio ieri ha affermato: “Entro l’anno partirà il cantiere nella stazione viaggiatori per migliorare l’accessibilità, un progetto già pronto per 16 milioni. Per il settore merci partiamo con il progetto di fattibilità tecnica-economica del nuovo scalo di Le Mose, da completare entro la fine del 2025”.

L’ombra dell’ecomostro

Restando in centro, su tutta la riqualificazione di questa porzione della città resta però da sciogliere il nodo, o per meglio dire il macigno, che incombe letteralmente sulla testa dei piacentini. Cioè il viadotto dell’A21 che passa a poche decine di metri dall’area che verrà trasformata grazie al protocollo del Polo del ferro, e ben visibile da piazza Cavalli.

Un problema evidenziato anche nelle Linee di mandato dell’Amministrazione Tarasconi, come si legge a pagina 14 del documento: “Avviare un confronto con tutti gli interlocutori coinvolti, finalizzato alla predisposizione di uno studio di fattibilità per ridurre in modo drastico l’inquinamento atmosferico ed acustico provocato dalla vicinanza del viadotto A21 e della linea ferroviaria”.

Di sicuro è una sfida difficilissima, e per qualcuno impossibile da vincere, della serie il viadotto dell’A21 ce lo dobbiamo tenere… Noi però non siamo d’accordo. Il sogno sarebbe un tunnel sotterraneo che lo elimini e tra l’altro consenta davvero il recupero definitivo del rapporto tra Piacenza e il Po. Di tunnel per risolvere attraversamenti del genere, ferroviari e stradali, in Italia se ne stanno facendo anche a Trento e Ferrara. Quindi non in città metropolitane, ma dalle dimensioni simili a Piacenza.

Qualche tempo fa si era parlato anche di una galleria in superficie per “intubare” il tratto cittadino dell’A21. Una soluzione avveniristica, con sistemi di abbattimento degli inquinanti. Se restano i dubbi sul piano estetico, almeno si eliminerebbero i gas di scarico e le polveri, generati dall’intenso traffico, che i piacentini respirano quotidianamente, a danno della loro salute, in una delle città con l’aria peggiore d’Europa.

Insomma, bene il Polo del ferro a Le Mose e la riqualificazione di stazione e dintorni, con servizi di valore per pendolari e viaggiatori di ogni tipo. Ma senza risolvere in un modo o nell’altro il problema del viadotto dell’A21, la qualità della vita a Piacenza non sarà mai soddisfatta appieno.


Il comunicato stampa sul Polo del ferro

«Scalo merci di Piacenza efficientato e trasferito nell’area del Polo logistico di Le Mose e stazione ferroviaria di piazzale Marconi riqualificata e ripensata in chiave di sicurezza urbana con nuove funzionalità e nuovi spazi per i cittadini, i pendolari e i turisti. Tradotto: Una città migliore, più bella e funzionale e trasporti migliori, più efficienti e sostenibili.

Un binomio valido in assoluto ma che per Piacenza, snodo strategico a livello nazionale e internazionale, ha un significato ancora più rilevante sotto tutti i punti di vista, compresa la qualità della vita dei cittadini. Ed è un binomio che da oggi diventa più concreto grazie alla sottoscrizione formale del nuovo Protocollo d’intesa per la Rigenerazione urbana e la trasformazione in Hub Intermodale dell’ambito di stazione e per la realizzazione del nuovo Polo del Ferro in zona Le Mose.

La firma è avvenuta nel pomeriggio odierno, 19 luglio 2024, nella cornice istituzionale della Sala consigliare di Palazzo Mercanti, da parte di tutti gli enti e i soggetti coinvolti: il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti alla presenza del ministro nonché vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, la Regione Emilia-Romagna con l’assessore allo Sviluppo economico Vincenzo Colla, il Comune di Piacenza con la sindaca Katia Tarasconi, Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. con l’amministratore delegato e direttore generale Gianpiero Strisciuglio e F.S. Sistemi Urbani S.p.A. con l’amministratore delegato Umberto Lebruto.

Il percorso d’intesa, approvato in Giunta regionale nel maggio scorso e giunto alla firma di oggi, conclude un articolato lavoro di aggiornamento a cura di tutti i firmatari, del precedente Protocollo del 2019.

Un protocollo aggiornato, dunque, quello sottoscritto oggi a Piacenza che prevede, tra i vari punti, la realizzazione a cura di RFI di un’importante opera di riqualificazione della stazione ferroviaria di Piazzale Marconi tramite il restyling del fabbricato viaggiatori e dei due sottopassi esistenti, oltre alla riconversione di alcuni spazi di stazione e al miglioramento in generale dell’accessibilità ferroviaria. RFI interverrà poi direttamente nella progettazione del nuovo scalo merci, a partire dalla elaborazione di un Piano di fattibilità tecnico-economica della nuova stazione merci a servizio del Polo Logistico Le Mose, studiando le opere e i servizi necessari per la sua integrazione con l’infrastruttura logistica già attiva in quell’ambito.

Motore del progetto è infatti la creazione di una nuova polarità urbana nella città di Piacenza, attraverso la dismissione di aree non più funzionali al servizio ferroviario da valorizzare con l’insediamento di nuovi servizi pubblici e di mobilità. Fra queste, a seguito della delocalizzazione in area Le Mose delle attuali attività, il fascio binari presso la stazione ferroviaria oggi dedicato alla terminalizzazione delle merci su ferro.

Lo stesso protocollo prevede inoltre la cessione anticipata, sempre da parte di RFI, di alcune porzioni di aree non funzionali all’esercizio ferroviario come anticipo delle quote standard delle trasformazioni urbanistiche. Si tratta, tra le altre, delle aree di via Nino Bixio che verranno cedute al Comune: un tassello importante nell’ambito della strategia del Contratto di Fiume che l’Amministrazione sta portando avanti su vari fronti.

E ancora, il Protocollo prevede lo sviluppo da parte di FS Sistemi Urbani di un masterplan d’insieme con questi obiettivi: favorire lo sviluppo dell’intermodalità con la creazione di un Hub Intermodale di interscambio in aree adiacenti alla stazione di Piacenza, anche in sinergia con lo sviluppo del progetto “Bus Rapid Transit” del Comune; riqualificare e valorizzare le aree ferroviarie; ricucire il tessuto urbano dell’ambito di stazione; pianificare in una vision d’insieme lo sviluppo di tutte le aree ferroviarie comprese quelle del Polo Logistico Le Mose.

Hub Intermodale significa per Piacenza anche potenziamento delle aree di parcheggio, sia pubblico che privato e dei servizi per i bus.

Coerentemente con quanto stabilito nel nuovo Protocollo, FS Sistemi Urbani svolgerà poi un’azione di coordinamento avviando, sulla base del masterplan che sarà condiviso dal tavolo tecnico instituito con la firma di oggi, l’analisi patrimoniale e di fattibilità tecnico-economica per l’acquisizione delle aree indispensabili per la realizzazione del nuovo Hub del Ferro».

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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