Parma: commerciava auto di super lusso e d’epoca per milioni di euro da un quarto di secolo. Ma di fatto era persona sconosciuta al Fisco. A suo carico, gli agenti dei Comandi provinciali della Guardia di Finanza di Bologna e di Parma ieri hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo ai fini della confisca, nonché probatorio, emesso dalla Procura della Repubblica della Città ducale per un valore di 7,7 milioni di euro.
Per il parmigiano indagato, risultato commerciante di autoveicoli di gran pregio, con il decreto di sequestro si ipotizzano i reati di autoriciclaggio e di omessa dichiarazione, spiega la nota del procuratore capo Alfonso D’Avinio. Gli accertamenti, condotti dalle fiamme gialle bolognesi, hanno permesso di acquisire elementi indiziari in ordine allo svolgimento di una lucrosa attività commerciale, che si sarebbe protratta di fatto quantomeno per gli ultimi 25 anni.
La particolarità, ed in ciò appaiono ravvisabili i reati oggetto di imputazione provvisoria, è che, a fronte di tale attività commerciale, non risulta che la persona in esame abbia mai presentato le previste dichiarazioni fiscali; il che gli avrebbe permesso di reinvestire nella medesima attività i proventi delittuosi di volta in volta conseguiti.
Gli escamotage
Per non attirare le attenzioni del Fisco, l’indagato avrebbe adoperato vari escamotage, quali l’interposizione fittizia di diversi prestanome; false radiazioni “per esportazione” delle autovetture (che, private delle targhe, potevano essere commercializzate senza alcuna formalità); l’utilizzo di metodi di pagamento non tracciabili (prevalentemente contante) e conti correnti esteri (in parte detenuti in Paesi a fiscalità privilegiata).
Da ultimo, tra il 2019 ed il dicembre 2024, l’indagato avrebbe posto in vendita diverse autovetture di alta gamma, con evasione per circa 1,2 milioni di euro tra imposte dirette e Iva, che a loro volta sarebbero state acquistate, reinvestendo i suoi proventi delittuosi realizzati in anni precedenti dalla seriale commissione di reati tributari.
Catena infinita
Quella che è emersa, in sostanza, è una sorta di catena infinita, spiega il procuratore di Parma. Nella quale, per un verso, le vendite di auto di lusso avrebbero alimentato il patrimonio dell’interessato; e per altro verso, le omesse dichiarazioni dei redditi, protrattesi negli anni, gli avrebbero consentito di accantonare altra liquidità da investire in ulteriori acquisti, che a loro volta avrebbero generato altri proventi.
Il provvedimento di sequestro è stato emesso così in via di urgenza al fine di impedire l’ulteriore protrarsi di un’attività che – grazie allo schermo costituito da società in ogni caso riconducibili al soggetto ed alla utilizzazione di familiari risultati intestatari di auto e/o di attività commerciali apparse inserite nel complessivo meccanismo illecito – sembrava destinata a perpetuarsi ulteriormente nel tempo.
Il sequestro dei beni
Il decreto è stato dunque adottato dalla Procura di Parma per pervenire al sequestro di risorse finanziarie (quale profitto diretto) per circa 7,7 milioni di euro, con possibilità – in caso di incapienza – di procedere al cosiddetto sequestro per equivalente ed in ogni caso al cosiddetto sequestro per sproporzione, atteso che è emerso un divario di notevoli proporzioni tra i redditi ufficiali (pressoché inesistenti) e le disponibilità finanziarie.
Oltre alla finalità preventiva, aggiunge il magistrato, il provvedimento ha avuto natura probatoria, giacché è apparso necessario avere la disponibilità delle auto al fine di verificare, in concreto, i dati identificativi delle auto stesse, onde ricostruire nei dettagli, per ciascuna, la storia effettiva, al di là delle risultanze cartolari sovente ingannevoli. In forza del decreto di sequestro, la Polizia giudiziaria ha avuto modo di sottoporre a vincolo cautelare somme di denaro in contanti (435.000 euro), somme depositate su conti bancari (176.209,31 euro), 61 orologi di valore e le seguenti autovetture:
- Ferrari 340 MM Vignale Spider;
- Ferrari 275 GTB di colore verde pino;
- Ferrari 599 GTB Fiorano;
- Ferrari Daytona;
- Ferrari 458 Italia;
- Ferrari Dino 246 GTS;
- Ferrari 512 BB;
- Ferrari Daytona;
- Bizzarrini 5300 GT Strada;
- Lamborghini Murcielago;
- Lamborghini Miura;
- Lamborghini Countach;
- Porsche 996;
- Porsche 997;
- Lancia Aurelia B24 Spider America;
- Mercedes AMG;
- Vw Golf;
- Furgone Peugeot Rifter.
Tra le auto, specifica la nota del procuratore D’Avinio, vanno segnalate la Ferrari 340 MM Vignale Spider (appena tre esemplari costruiti dalla casa di Maranello che, negli anni ’50 del secolo scorso, ha gareggiato in competizioni motoristiche di prim’ordine, quali la 24 ore di Le Mans, Mille Miglia e Trofeo Internazionale di Silverstone) e la Ferrari 275 GTB/2 di color verde pino prodotta, in tale colorazione, in appena sei esemplari.
Le perquisizioni
Contestualmente alle operazioni di sequestro, i militari della Guardia di Finanza hanno eseguito altresì, sempre su delega della Procura di Parma, un provvedimento di perquisizione (locale, personale e informatica) a carico di ulteriori sei soggetti (indagati in concorso) e di tre aziende, nelle province di Bologna, Parma, Reggio Emilia, Cremona e Firenze.
Al vaglio del Gip
All’esito della esecuzione, il decreto è stato trasmesso al Giudice per le indagini preliminari, chiamato a pronunziarsi sulla convalida del provvedimento adottato in via di urgenza dalla Procura.
Vanno infine rimarcate due circostanze, conclude la nota del procuratore D’Avinio. In primo luogo, le aziende costruttrici delle auto sono del tutto estranee agli illeciti ipotizzati nel decreto di sequestro. In secondo luogo – nel rispetto della presunzione di innocenza che l’articolo 27 della Costituzione garantisce ai cittadini fino a sentenza definitiva e della direttiva europea in tema di comunicazione – al di là della presente fase cautelare, la vicenda andrà poi portata al vaglio del dibattimento e, in ogni caso, le persone coinvolte nelle investigazioni possono sin d’ora esporre alla Autorità giudiziaria la loro linea difensiva.
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