Nicola Parenti: le aziende piacentine tengono grazie all’export, ma il rallentamento dell’economia, tra crisi geopolitiche e aumento dei prezzi, preoccupa il presidente di Confindustria. L’occasione per fare il punto è stata la presentazione dell’indagine congiunturale sull’andamento delle imprese nel secondo semestre del 2024. Un report che il presidente ha analizzato insieme al direttore generale Luca Groppi e alla responsabile del Centro studi Giulia Silva.
Secondo Parenti, negli ultimi sei mesi dello scorso anno “l’industria piacentina ha retto grazie alla sua diversificazione produttiva, che le ha consentito di ottenere risultati positivi in termini occupazionali e di fatturato, nonostante il contesto complesso che stiamo affrontando”.
Dall’energia ai dazi
Un contesto difficile, che per esempio fa i conti con l’aumento dei costi dell’energia: “Un anno fa pagavano 80 euro al megawatt, adesso 155. Un costo alto, non come nel 2022 quando l’incremento aveva messo a rischio la sopravvivenza delle aziende; però anche oggi l’Italia soffre per il deficit energetico. È aumentata la produzione da fonti rinnovabili, ma non basta”. L’attuale crisi geopolitica con questa crescita dei costi dell’energia “sta facendo aumentare i prezzi dei prodotti e incide sull’inflazione”, ha sottolineato Parenti. “In particolare per i materiali che vengono trasformati con un grande utilizzo di risorse energetiche, come l’acciaio o il legno”.
Altro tema caldo: la guerra dei dazi minacciata dagli Usa. “Se ci saranno davvero faremo le valutazioni del caso. Certo che se non possiamo vendere i nostri prodotti in Russia e gli Stati Uniti aumenteranno i dazi sarà una situazione difficile per tutta l’Europa”, ha spiegato Parenti. Nel vecchio continente, ha aggiunto Groppi, “solo la Spagna fa eccezione e va in controtendenza con una crescita del Pil del 3%; perché negli anni 90 ha investito al momento giusto sulle infrastrutture, sulle nuove tecnologie e sui giovani. Oggi ne gode i risultati e anche aree deboli come l’Andalusia, paragonabile al nostro Mezzogiorno, sono cresciute”.
I trend del 2024
Passando ai dati, nel secondo semestre del 2024, il fatturato complessivo delle aziende manifatturiere piacentine è rimasto sostanzialmente stabile rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, registrando una lieve crescita (+0,48%). Si riscontrano però alcune difficoltà sul mercato interno, dove il comparto manifatturiero ha visto un calo del fatturato dello 0,36%, il primo dato negativo dal 2020.
Le esportazioni mostrano invece un andamento positivo, soprattutto nel settore alimentare (+15,46%) e nella meccanica (+4,29%). Quest’ultima evidenzia però forti differenze nelle performance delle diverse filiere. Le aziende attive nell’oil&gas e nelle infrastrutture energetiche stanno ottenendo risultati positivi, trainate da una domanda in forte crescita. Al contrario, il comparto delle macchine utensili risente delle contrazioni della filiera automotive e del mercato tedesco, che da sempre assorbe una quota significativa della produzione piacentina. Le aziende che invece hanno potuto diversificare i mercati di sbocco verso altre aree geografiche, come gli Usa, o verso altri settori in espansione, come la difesa e l’aerospazio, ne stanno beneficiando.
Occupazione e investimenti
In questo quadro, l’occupazione a Piacenza si conferma in crescita (+1,63%). E c’è da segnalare che “rispetto ad altre province emiliane, come Reggio, Modena e Bologna, che soffrono la crisi dell’automotive, la nostra tiene anche con indici di cassa integrazione inferiori”, ha spiegato Groppi.
La variazione degli investimenti nel 2024 risulta nel complesso positiva (+3,09%), con un particolare dinamismo nel settore alimentare (+7,7%). Le imprese hanno investito principalmente in impianti, macchinari e formazione del personale, con una crescente attenzione alla digitalizzazione e alla sostenibilità. Tra i principali ostacoli agli investimenti, dal campione dell’indagine congiunturale emergono la carenza di personale qualificato (37%) e un livello di domanda atteso insufficiente (35%).
Le previsioni
Per il primo semestre del 2025 le previsioni di Confindustria sono più caute rispetto a sei mesi fa e vedono diminuire la percentuale di chi si aspetta un aumento del fatturato e degli ordini. Nonostante le incertezze economiche, l’occupazione però mostra segnali positivi: il 18% degli imprenditori prevede un aumento del personale. Ma resta la difficoltà nel reperire risorse umane, uno dei principali ostacoli agli investimenti.
Allo stesso tempo, il capitale umano si conferma un elemento strategico per la crescita aziendale. Per mantenere competitività e innovazione, le imprese scelgono di investire nel personale, puntando su competenze e professionalità come leve fondamentali per affrontare le sfide del mercato.
Gli investimenti continueranno a concentrarsi nel 2025 su digitalizzazione, software, information technology e formazione del personale, con una crescente attenzione alla sostenibilità ambientale. Nonostante le difficoltà globali e le incertezze derivanti dalle politiche commerciali internazionali, la transizione digitale e l’innovazione sembrano essere considerati strumenti chiave per sostenere la competitività e il futuro delle imprese manifatturiere piacentine.
Appuntamento a maggio
Al termine della presentazione, il presidente Parenti ha ricordato l’importante appuntamento dell’80ª Assemblea di Confindustria Piacenza che si terrà il 19 maggio al Teatro Municipale. Un evento che potrebbe fare da cornice anche all’annuncio di importanti investimenti sul territorio piacentino, legati da un lato al mondo della meccanica e dall’altro al settore immobiliare per il potenziamento degli studentati universitari cittadini.
Il Mio Giornale.net ha solo un obiettivo: fare informazione indipendente e con spirito di servizio. Per aiutare i lettori a capire e scegliere, tenendo i fatti separati dalle opinioni.