Opinioni

Cara Merkel, ascolti Bmw: la Germania ha bisogno dell’Italia

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Gentilissima frau Merkel, sappia che da poco ho difeso la sua posizione contraria ai Coronabond. Cos’ho detto? Che le tristi conseguenze della crisi del 1929 e delle due guerre mondiali avevano reso i Tedeschi molto guardinghi su qualunque sforamento del debito.

Tra il cipiglio di Christine Lagarde e i sorrisi imbarazzati di Ursula von der Leyen, il suo sembra ancora un volto umano. Non vorremmo però ripetere la stantia battuta dei tempi della Seconda guerra mondiale, quando un ufficiale delle SS si rivolge al condannato a morte (italiano) dicendogli: “Ho un occhio di vetro. Se indovini qual è ti faccio salva la vita”. E l’italiano, timidamente, “il sinistro”. Domanda l’SS: “Bravo, come hai fatto ad indovinare?”. Semplice, risponde il nostro connazionale, “perché è quello con l’espressione più umana”.

Vede, cara Bundeskanzlerin, il diavolo però fa le pentole e non i coperchi. Perché se è vero, e bisogna darvene atto, che state ospitando qualche decina di italiani con il Coronavirus nelle terapie intensive dei vostri ospedali (34 ricoverati su 28mila posti, pari allo 0,12%), la Grande Germania, anche se sembra follia solo pensarlo, ha bisogno dell’Italia.

Bmw e mandolini

Non ci guardi così, frau Merkel, l’hanno detto proprio a lei in videoconferenza qualche giorno fa i top manager di Bmw, Daimler e Volkswagen: in questa crisi il governo tedesco deve avere un approccio e una visione più europea. “Non aiuta se un Paese avanza e poi tutto in Italia e in Spagna è ancora fermo”; perché uno scenario del genere comporterebbe lacune nella catena di approvvigionamento. La Bmw, nel frattempo, ha annunciato di aver messo in cassa integrazione fino al prossimo 19 aprile 20mila dipendenti, vista la stagnazione del mercato. Cioè, senza Italia e Spagna, niente Bmw e Volkswagen: da soli non riuscite più a costruirle.

L’Italia quindi non è tutta pasta, mafia e mandolino come affermava il vostro prestigioso Der Spiegel nel 1977, mettendo in copertina la famosa foto di un piatto di spaghetti con una pistola sopra. E se comunque ci tenete in così poca considerazione anche per questo, come mai, notizia dell’altro giorno, c’è una “Emergenza pasta in Germania: treni speciali dall’Italia per rifornire i supermercati”? Notizia confermata in un comunicato della catena di supermercati Aldi: “Diversi treni speciali hanno già portato oltre 60mila pacchi di fusilli, più di 75mila pacchi di penne e 250mila pacchi di spaghetti dall’Italia a Norimberga, come prima consegna”.

L’astuzia di Marshall

Allora, signora Cancelliera, si rende conto che questa assurda paura, questo assurdo e immotivato egoismo fa male prima di tutto alla stessa Germania? Quando, nel lontano 1947, all’università di Harvard, il generale George Marshall annunciava il suo European Recovery Program, non era né Gandhi né un novello Padre Pio. Dietro a quella decisione da 12 miliardi di dollari (del 1947) c’era una semplicissima e interessatissima strategia.

In sostanza: se gli Stati Uniti non aiutavano l’Europa a ricostruirsi dopo la Seconda guerra mondiale, gli stessi Stati Uniti non avrebbero potuto inondarla di frigoriferi, lavatrici, automobili, fibre plastiche, petrolio, film e serie Tv, prodotti elettrici, poi diventati elettronici. Il tutto fino all’attuale triade Microsoft, Facebook e Amazon. L’avevano fatto solo perché a loro interessava moltissimo creare un florido mercato di centinaia di milioni di consumatori europei per i loro prodotti.

Coronabond o Mes?

Probabilmente, per evitare il definitivo affossamento della Ue, a Bruxelles si troverà una “quadra” che se non sarà il Fondo Salva Stati com’è stato concepito fino ad ora non sarà neppure a base di Coronabond. Se Lei, Cancelliera Merkel, ci tiene tanto a non uscire dal seminato e a non fare salti nel buio, basta cambiare nome agli aiuti, che forse si chiameranno European recovery bond, come ha proposto la Francia. L’importante è che la manovra economica sia condivisa da tutti gli Stati membri, che dimostrino un’intesa comune e una prospettiva unitaria.

Quali sono i termini della questione? Che l’Europa dovrà cercare liquidità indebitandosi e pagando interessi. Il tasso di questi interessi sarà ovviamente molto diverso se il debito verrà garantito da ogni singolo Stato o dall’intera comunità. In sostanza, è come se ogni Stato dell’Unione mettesse una firma di garanzia per tutti gli altri. Poi che intervenga la Bce o la Banca Europea degli Investimenti, il Fondo Salva Stati o qualunque altra diavoleria europea poco importa.

Storia e Germanexit 

Si ricordi, frau Merkel, che nella Storia quando avete voluto fare da soli vi siete trovati a prender mazzate da Legnano fino a Stalingrado. E qualcuno ha già interpretato il vostro atteggiamento come una premessa ad una prossima Germanexit, un disimpegno unilaterale da un’Unione europea sempre più divisa e rissosa. Siccome molti hanno già detto che l’uscita dell’Italia dalla Ue significherebbe la fine della stessa Unione, si immagini un po’ cosa rappresenterebbe quella della sua Germania.

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Massimo Solari è avvocato cassazionista e scrittore. Ha pubblicato diversi volumi sulla storia di Piacenza e alcuni romanzi. Ha tenuto conferenze e convegni sulla storia di Piacenza. Ha collaborato con le riviste Panoramamusei, L'Urtiga, e scrive sul quotidiano Italia Oggi.

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