Giorgia Meloni e il secondo Consiglio dei ministri: di fatto il primo operativo, con la premier che si presenta ieri anche per la prima volta in conferenza stampa. Ed è già tutt’un’altra storia. Abbandonato l’accento super popolare, come se avesse iniziato un corso di dizione all’Actors Studio, Meloni sciorina provvedimenti legislativi con l’esattezza di Mario Draghi; ha solo un paio di cadute sui temi tecnici, che lascerà poi sviluppare dal guardasigilli Carlo Nordio. Ma è molto decisa sul contrasto ai rave party, sull’abbandono dell’obbligo vaccinale e sull’ergastolo ostativo, che non intende minimamente abolire.
Ergastolo ostativo
La nostra Costituzione prevede che la pena debba essere rieducativa. Ciò, secondo la Consulta, non è compatibile con l’ergastolo ostativo. Cioè con quella misura estrema che non consente al condannato nessuna attenuazione del regime carcerario. La Corte Costituzionale ha dato un termine al Parlamento per modificare la norma. Pena, la sua eliminazione dal sistema giudiziario. Di conseguenza Meloni ha emesso un decreto legge urgente per modificare la norma, in attesa che – in sede di conversione – il Parlamento ne possa ancora discutere.
Rave party
Pacifico che nei rave party si commettano reati; dall’occupazione abusiva e al danneggiamento di immobili altrui allo spaccio di stupefacenti e di alcolici, magari anche a minori. Difficile, finora, intervenire per le forze dell’ordine anche solo per accertare la commissione dei reati. La norma appena licenziata dal Consiglio dei ministri dovrebbe consentire a polizia e carabinieri di intervenire tempestivamente (forse anche con intercettazioni delle chat degli organizzatori) per impedire il verificarsi di tali manifestazioni.
Covid e no vax
Ritornano al lavoro tutti i medici che non sono vaccinati. Secondo Meloni è una necessità, stante lo scarso numero di medici disponibili e la ridotta recrudescenza della pandemia. Resta invece l’obbligo di mascherine in ambienti sanitari e nelle Rsa. Al di là della giustificazione, la presidente del consiglio non fa altro che applicare uno dei punti del suo programma elettorale. Piaccia o non piaccia, è stata massicciamente votata anche per questo.
Rinvio riforma Cartabia
Va ricordato che il governo ha anche rinviato al 30 dicembre l’applicazione della riforma Cartabia del processo penale, su richiesta delle procure generali di tutte le Corti d’appello che osservano che, così com’è formulata, la riforma impedisce il corretto svolgimento dei processi. Con speranza che entro detto termine si possa modificare la riforma in modo da renderla applicabile (noi avevamo avvertito, anni fa, che Marta Cartabia, ottima cattedratica, non aveva mai messo piede in un tribunale).
Viceministri e sottosegretari
Infine, il Cdm ha approvato la nomina di una quarantina tra viceministri e sottosegretari. Negli ultimi giorni si era detto più volte che su tali nomine Salvini e Berlusconi avrebbero puntato i piedi, mettendo a rischio la stessa durata del governo Meloni. Il nome più noto è quello di Vittorio Sgarbi tra i sottosegretari alla Cultura (vedremo entro quanti giorni per non dire ore litigherà col ministro Gennaro Sangiuliano…).
Buona la prima
Si può essere d’accordo o meno sui provvedimenti adottati, ma Meloni ci ha stupito per la grinta e la capacità comunicativa. Doveva parlare delle bollette, è vero, e non l’ha fatto. Ma pare attenda il primo incontro a Bruxelles con le massime autorità europee (sarà mercoledì 3 novembre) per capire se le sarà consentito uno sforamento del bilancio per aiutare famiglie ed imprese in crisi. Una Meloni non più di lotta ma di governo ci ha favorevolmente stupiti. Proseguirà così?
Massimo Solari è avvocato cassazionista e scrittore. Ha pubblicato diversi volumi sulla storia di Piacenza e alcuni romanzi. Ha tenuto conferenze e convegni sulla storia di Piacenza. Ha collaborato con le riviste Panoramamusei, L'Urtiga, e scrive sul quotidiano Italia Oggi.