Piacenza

Il caso Maloberti scuote la Lega di Piacenza: escluso dalle Provinciali, lascerà il Carroccio?

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Il caso Maloberti scuote la Lega di Piacenza. Lo storico esponente del Carroccio non ha digerito l’esclusione dalla lista Centrodestra Piacentino che sfiderà quella del centrosinistra Piacenza Unita alle elezioni provinciali del prossimo 29 settembre.

Per due mandati consigliere provinciale, referente del mondo agricolo locale, Giampaolo Maloberti ha preso carta e penna per manifestare tutta la sua delusione ai vertici della Lega per la mancata ricandidatura. E c’è già chi dice che abbia un piede fuori dal Carroccio, corteggiato dalle altre forze politiche del centrodestra, pronte a farlo salire a bordo. Ma vediamo che cosa ha scritto il consigliere comunale di Rivergaro in merito alla sua esclusione dalla corsa alle Provinciali.


La nota di Giampaolo Maloberti

«La politica non dovrebbe essere una cosa brutta. Investire il proprio tempo libero, sacrificare famiglia e lavoro perché si spera di fare qualcosa di buono per gli altri, dedicarsi alla propria comunità, dovrebbe essere una cosa che rende orgogliosi. La pensavo così il 16 gennaio del 1997, anno in cui manifestando contro le quote latte insieme ai Cobas, firmai la mia iscrizione alla Lega sul cofano della Thema di Umberto Bossi.

Da allora ho sempre lavorato per il mondo dell’agricoltura, portando all’attenzione del sistema politico (di qualsiasi colore) le problematiche di coltivatori diretti, allevatori, imprenditori agricoli e lavoratori del settore, spiegando alle persone cosa significhi oggi fare questo difficile mestiere. Non sempre sono riuscito ad ottenere risultati, purtroppo, ma ho sempre cercato di fare del mio meglio.

In tempi recenti stato forse il primo a battermi perché chi ci governa a livello nazionale, regionale e locale, comprendesse la pericolosità della peste suina africana e attivasse le contromisure necessarie. Se non sono stato il primo, sono certamente stato il più rompiscatole. Ho rotto molto le scatole anche perché la diga del Brugneto facesse scattare il rilascio d’acqua per il fiume Trebbia e l’agricoltura della vallata.

Probabilmente ho rotto troppo le scatole se la Lega ha deciso, come apprendo dai giornali, di tenermi fuori dal Consiglio Provinciale. Tengo a precisare che non si tratta di un ruolo retribuito e che non ho mai ricevuto un incarico grazie alla Lega che mi garantisse uno stipendio, questo per sottolineare che ho combattuto tante battaglie per il nostro territorio solo per sincera passione e per l’interesse di un’intera categoria, mai per meschina ambizione.

La politica non dovrebbe essere una cosa brutta, dicevo, ma oggi non riesco a fingere che la scelta di escludermi dalla corsa, senza nemmeno una telefonata di spiegazioni da parte della segreteria provinciale, senza una traccia di quel rispetto umano che non si nega nemmeno ad un avversario (figuriamoci ad un militante della prima ora) non mi abbia profondamente ferito. 

La fine di un incarico non coincide con la fine di una missione. Continuerò a lavorare per il nostro territorio e per coloro che, ogni giorno, contribuiscono a rendere grande la nostra agricoltura, sia all’interno delle istituzioni che da altre posizioni. Oggi la delusione verso le persone con cui ho condiviso questo percorso è talmente profonda da farmi considerare l’idea di ritirarmi a vita privata.

Tuttavia, nelle ultime ore ho ricevuto decine di telefonate e messaggi di incoraggiamento e gratitudine da semplici cittadini, dai vertici dei corpi intermedi del settore, da amici della coalizione di centrodestra, e persino da avversari politici. Voglio ringraziare di cuore chiunque mi abbia espresso la propria solidarietà. A volte, i cambiamenti segnano l’inizio di opportunità ancora più grandi. Spero che sia così anche per me».

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