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Gas, balzo del prezzo e Gazprom avverte l’Europa: in inverno salirà alle stelle

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Gas: il prezzo in Europa sta volando verso i massimi. Oggi ha sfondato i 250 euro per Megawattora, attestandosi poi a 244 euro (+11%). L’aumento registrato all’hub olandese Ttf ha diverse ragioni, che si intrecciano in uno scenario internazionale sempre più complesso.

Guerra, caldo e siccità

Al conflitto in Ucraina si associano il caldo, che spinge i consumi energetici a partire dai climatizzatori, e la siccità. La carenza d’acqua ha rallentato i trasporti fluviali, molto utilizzati in Europa centrale, rendendoli più difficili e costosi, soprattutto sul Reno per le chiatte trasportano il carbone per le centrali elettriche. E quindi, come spiega anche Il Sole-24 Ore, le società energetiche hanno aumentato la domanda di gas, alimentando a loro volta l’aumento dei prezzi.

Le previsioni di Gazprom

Come se non bastasse, Gazprom, la multinazionale controllata da Mosca che gestisce le forniture di gas russo e che dall’inizio dell’anno ne ha ridotto i flussi verso l’Europa del 36,2%, ha fatto previsioni allarmanti. In inverno i prezzi del gas nel vecchio continente potrebbero aumentare del 60%, arrivando alle soglie dei 350 euro per Megawattora. Valutazioni che fanno pensare a un’ulteriore taglio delle forniture da parte di Gazprom nei prossimi mesi.

Il caso Germania

Tra i Paesi più colpiti da questa situazione c’è la Germania, che dipende più di altri dal gas russo. Così Berlino ha messo in campo una serie di nuovi provvedimenti per affrontare la crisi energetica, che sta creando non pochi problemi anche alle industrie tedesche.

Il Governo del cancelliere Olaf Scholz da questa settimana ha introdotto una nuova tassa sul gas per disincentivare l’utilizzo di questa fonte energetica. E in vista dell’inverno ha firmato un contratto con alcune società del settore per importare gas naturale liquefatto (Gnl) attraverso due nuovi terminal. Una mossa che potrebbe scatenare la concorrenza anche in questo settore, provocando a sua volta un aumento dei prezzi del Gnl e non solo in Europa.

Infine, secondo il Wall Street Journal, Scholz e i suoi ministri per ridurre la domanda di gas avrebbero deciso di posticipare la chiusura di tre centrali atomiche, rallentando il programma di uscita dal nucleare. Uno stop alla dismissione di questa fonte energetica che di certo non piacerà ai Verdi tedeschi. E che comunque dovrebbe essere approvata dal Parlamento di Berlino.

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