Fasti di Elisabetta Farnese: svelati i primi contenuti dell’ambiziosa mostra che si terrà a Piacenza dal prossimo 1° dicembre. Ambiziosa per diversi aspetti dell’iniziativa, com’è emerso dalla conferenza stampa che ha visto la presenza dell’assessore comunale alla Cultura Christian Fiazza, del nuovo direttore scientifico dei Musei civici di palazzo Farnese, Antonio Iommelli, e della docente Valeria Poli, componente del sontuoso Comitato scientifico della mostra (l’elenco al termine dell’articolo). Ma andiamo con ordine e partiamo dalle notizie date nell’incontro.
Ciclo ricomposto
Prima di tutto, vediamo quali saranno le opere in mostra nella cappella Ducale di palazzo Farnese. Secondo Fiazza si tratta di «un evento epocale per Piacenza, inseguito da oltre quattro lustri dalle amministrazioni comunali precedenti». Il tentativo era di riunire il ciclo di quadri che celebrano il matrimonio di Elisabetta con il re di Spagna Filippo V avvenuto nel 1714 e dovuto all’astuzia del cardinale piacentino Giulio Alberoni.
Un ciclo dipinto da Ilario Spolverini, rimasto al Farnese per pochi anni e poi smembrato; con alcune opere rimaste in loco, altre finite nella Reggia di Caserta e nel Municipio di Parma. Da dicembre in sostanza il ciclo sarà pressoché ricomposto. Ci saranno cinque grandi quadri provenienti da Caserta, due da Parma, tre dell’Opera Pia Alberoni, oltre a quelli già conservati nella pinacoteca di Palazzo Farnese.
Fino a marzo
Seconda notizia: la mostra sui “Fasti di Elisabetta Farnese” resterà aperta fino a marzo. Quattro mesi magari più complicati di altri per il turismo culturale in generale e in particolare a Piacenza. L’intento, ha sottolineato Fiazza, è quindi quello di stimolare le presenze dei visitatori in città grazie a questa manifestazione, che potrebbe essere corroborata anche da alcuni eventi collaterali, con al centro un festival dedicato al mondo farnesiano di un paio di settimane.
Il budget
Terza info: il costo della mostra sarà di circa 300mila euro. Un budget coperto per un terzo da risorse dell’Amministrazione comunale, mentre il resto sarà offerto dal mondo economico-finanziario del territorio. I nomi non sono stati svelati. Facile pensare però all’apporto dei soggetti principali che hanno promosso la “Rete Cultura Piacenza“, come per esempio la Camera di Commercio e la Fondazione di Piacenza e Vigevano; oppure ad altri soggetti attenti alle iniziative culturali come Confindustria. Pressoché certo invece il sostegno della Banca di Piacenza all’iniziativa. Lo stesso Fiazza in un successivo incontro, proprio ospitato dall’Istituto di credito sul lancio della cartoguida per la via Francigena, ha parlato dei “Fasti di Elisabetta Farnese” come di «un evento reso possibile dalla rete territoriale che si sta creando in campo culturale, di cui la Banca di Piacenza è capofila».
La promozione
Il successo della mostra a palazzo Farnese dipenderà in gran parte da chi si occuperà della sua promozione. Chi sarà? All’incontro con la stampa bocche cucite; ma nei giorni scorsi sono emersi i nomi di alcuni attori principali del mondo della comunicazione culturale, come Arthemisia, nota a Piacenza per la mostra sul Klimt dell’anno scorso, che ha portato oltre 65mila visitatori in città; ma sono circolati anche i nomi di altri big nella progettazione di eventi e mostre, come Skira ed Electa, con quest’ultima che secondo le indiscrezioni più recenti pare in vantaggio sui concorrenti.
Una vera sfida
Di sicuro quella sui “Fasti di Elisabetta Farnese” non è una mostra facile. Nel senso che non punta sul nome di un grande artista, perché Spolverini non è Caravaggio o Tiziano. E quindi la promozione sarà fondamentale, affinché questa mostra non diventi un appuntamento per addetti ai lavori o per svogliate scolaresche accompagnate alla Cappella Ducale. La sfida è proprio questa: riuscire ad attirare il maggior pubblico possibile senza un fuoriclasse della storia dell’arte. Ma chissà che il fascino di Elisabetta e del suo mondo, se ben proposti, non siano capaci di ottenere un grande risultato, facendo scoprire Piacenza a tanti nuovi turisti.
Il Comitato scientifico
Infine veniamo al Comitato scientifico. Accanto al direttore Iommelli e alla professoressa Poli, docente di storia dell’arte e presidente della sezione locale della Deputazione di Storia Patria di Parma e Piacenza, ne fanno parte:
- Anna Còccioli Mastroviti, responsabile dell’area funzionale Patrimonio Storico e Artistico della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Parma e Piacenza;
- Lucia Fornari Schianchi, già direttrice della Galleria Nazionale di Parma e soprintendente al Patrimonio Storico Artistico e Demoetnoantopologico di Parma e Piacenza;
- Antonella Gigli, già direttrice dei Musei Civici di Piacenza;
- Giovanni Godi, storico dell’arte e docente;
- Maria Luisa Laddago, soprintendente all’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza;
- Tiziana Maffei, direttrice della Reggia di Caserta;
- Andrea Merlotti, direttore del Centro Studi del Consorzio Residenze Reali Sabaude;
- Marinella Pigozzi, docente dell’Università di Bologna;
- Stefano Pronti, già direttore dei Musei di Palazzo Farnese e del Teatro Municipale di Piacenza.
Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.