Silvio Bisotti accetta la sfida. Il segretario provinciale del Partito democratico è un politico navigato e con una lunga esperienza amministrativa alle spalle. Quindi per uno come lui è facile schivare le domande più spinose. Stavolta però l’impegno è di parlare di questioni concrete con franchezza, fuori dal politichese. Di che cosa non va a Piacenza, anche nel Pd, e senza tanti giri di parole. Di come vede il periodo che manca alle elezioni amministrative del 2022. E di come sta preparando l’alternativa da sottoporre agli elettori per riportare il centrosinistra piacentino alla guida di Palazzo Mercanti.
Bisotti, partiamo dalla vostra opposizione soft: Covid a parte, sono ordini di scuderia arrivati da Bologna, visto il buon rapporto tra il sindaco Patrizia Barbieri e il governatore Bonaccini?
“Se la percezione è quella di una opposizione soft da una parte mi dispiace. Ma dall’altra le dico che allora è giunto il momento di annunciare che la musica cambierà”.
In che modo?
“So che al di là del generoso impegno dei nostri rappresentanti in Consiglio, ci accusano di fare un’opposizione parziale, minuta, sulle singole questioni amministrative, senza fare una critica di sostanza. Adesso però le cose cambieranno. Senza polemiche personali nei confronti della sindaca o dei suoi assessori, è ora di dire forte e chiaro ai piacentini che questa coalizione di centrodestra è inadeguata da tutti i punti di vista per risolvere i problemi della città. E d’ora in avanti questo faremo”.
Ci fa qualche esempio?
“Non c’è un progetto autentico di questa amministrazione, e cioè fatto da loro. L’unico che stavano mettendo in atto era quello del cimitero per gli animali d’affezione, ma si è persa traccia anche di quello. Per tutto il resto, mi pare un inseguire progetti fumosi o bloccare quelli già pronti che gli avevamo lasciato in carniere. E non può bastare l’alibi Covid, anzi. Il Covid ha portato ulteriori risorse sulla città e ne arriveranno ancora di più tra fine anno e il 2021. Una grande occasione da non perdere e invece le decisioni sono sempre di basso profilo”.
Del tipo?
“Le decisioni eclatanti con i soldi straordinari arrivati dal Governo sono i rifacimenti delle strade della città; l’ultima prevede una spesa di quasi un milione di euro per sistemare tre vie del centro storico”.
Beh, serve anche quello, no?
“Benissimo riqualificare il centro storico, per carità. E poi? Ma vogliamo parlare dei dieci milioni del bando periferie? Sono risorse a fondo perduto che arrivano sempre dal Governo e collegate con Borgo Faxhall e Piazza Cittadella: non sappiamo che fine faranno. Poi mi piacerebbe sapere che fine ha fatto la bretella che da Piazzale Malta va fino a via XXIV Maggio e che sarebbe una rivoluzione copernicana per l’accesso al centro storico, alleggerendo tutto il traffico che gravita sul Liceo scientifico Respighi. Per non parlare del Polo del ferro, venduto come cosa fatta”.
Ci dica…
“Grandi firme a Palazzo Farnese nel novembre di un anno fa. La logistica piacentina prende il treno… e poi più niente. Ogni tanto mi chiama qualche operatore per chiedere lumi. Rfi ha firmato, ma il Comune, mi domandano, che cosa sta facendo? Non voglio entrare nel merito, sarà colpa della Regione, sarà colpa di Rfi, perché c’è sempre una colpa da scaricare sugli altri, ma mi piacerebbe sapere dagli amministratori di Piacenza a che punto siamo su questa partita importantissima anche dal punto di vista ambientale. Un tema, quest’ultimo, completamente bypassato anche sulla scelta improvvida dell’area per il nuovo ospedale“.
Come vede questa vicenda?
“Adesso sono partiti con una variante e poi ne servirà un’altra al Rue. Così questa amministrazione finirà il mandato forse avendo approvato la prima variante, augurandoci che nel frattempo parta il bando per il progetto dell’Ausl. E mi fermo qui. Insomma, da qualsiasi parte la si guardi, alla fine di questi cinque anni quale sarà l’opera per cui verrà ricordata questa amministrazione di centrodestra? E di certo non ci si può nascondere dietro le difficoltà degli uffici comunali”.
In che senso?
“Se ci sono delle carenze vanno affrontate; se c’è stato e c’è in atto un turnover per i pensionamenti di funzionari e dirigenti, comunque non si può stare a guardare. Bisogna intervenire per risolvere questi problemi della macchina amministrativa. E se possibile evitare figuracce come quella sulla manutenzione del verde che continua ad essere molto deficitaria”.
Sulla sicurezza come la pensa?
“A Piacenza negli ultimi anni purtroppo ne abbiamo viste di tutti i colori, dal caso Caruso a quello della Levante, senza dimenticare i problemi delle periferie sociali della città. Sono segnali di una situazione che richiede più controlli, ma anche dinamiche di integrazione a tutti i livelli, perché dove si lasciano vuoti la malavita li riempie; anche qui, adesso le risorse ci sono, ma per esempio sull’installazione delle tante telecamere promesse si va troppo a rilento”.
Passiamo al Pd: avete annunciato l’inizio di percorso politico per arrivare alle prossime amministrative, che cosa state facendo in concreto?
“Vogliamo costruire una coalizione larga, riformista, alternativa alla destra e non al centrodestra”.
Sta già strizzando l’occhio al mondo cattolico moderato, che aspetta l’arrivo del nuovo Vescovo, monsignor Adriano Cevolotto, per capire come muoversi?
“Guardi, quello che ho in mente non è un percorso Pd centrico; ma un percorso in cui il mio partito, che pesa ancora un 20% a Piacenza, abbia l’orgoglio e l’ambizione di essere al servizio di questo progetto. Dobbiamo valorizzare tutti, allargare la base della coalizione che vogliamo costruire, guardando alle migliori competenze; ma è altrettanto chiaro che non ci faremo mettere i piedi in testa da nessuno, proprio per rispetto di quei piacentini che ci continuano a votare”.
Qual è l’identikit del prossimo sindaco del centrosinistra? Non rifarete l’errore di tergiversare sul candidato, decidendo il suo nome a soli tre mesi dal voto…
“Non credo sia una questione di tempistica. Quel che conta è il progetto in cui si riconosce la coalizione, quello è il collante. Il candidato lo si può scegliere a tempo debito. Dico solo due cose: non accetterò veti ad excludendum nel caso emergesse un nome che possa arrivare dal Pd; e voglio un candidato con un profilo che dia un vero valore aggiunto. E valore aggiunto vuol dire sia doti personali sia di consenso”.
Sul rapporto tra Bonaccini e la Barbieri prima non ha risposto. Giro la domanda: c’è chi dice che la sindaca tenga buoni rapporti con lui, pensando anche alla sua ricandidatura; magari il governatore potrebbe premere sul Pd di Piacenza per una sorta di desistenza?
“Potrò sembrare cinico, ma se Bologna sta facendo tutto quello che deve fare da un punto di vista istituzionale e amministrativo, sentendo la responsabilità di sostenere la città e il territorio piacentino, non sta facendo ancora tutto quello che può fare dal punto di vista della strategia politica per riportare il centrosinistra alla guida del nostro territorio”.
Bisotti, traduca, se no entriamo nel politichese…
“Sul fatto che Bonaccini non stia pensando a operazioni di desistenza, metto la mano sul fuoco. Non vorrei sembrare polemico, ma credo però che su alcune scelte strategiche Bologna, che è governata dal Pd ed è stata eletta anche dai voti di Piacenza, debba essere un po’ più in sintonia e in simbiosi con noi che qui siamo in minoranza. Perché spesso abbiamo notizia delle scelte regionali direttamente dai giornali”.
Torniamo a un candidato per il centrosinistra: girano i nomi di Massimo Toscani, presidente uscente della Fondazione di Piacenza e Vigevano e dell’ex sindaco Roberto Reggi…
“Toscani sicuramente ha tutti i requisiti per essere un buon amministratore. Stimo Reggi e mi spiace che il suo rapporto col Pd si sia un po’ raffreddato; benché personalmente sia un po’ scettico sui ritorni, se si creassero le condizioni, prenderei atto positivamente di questa disponibilità”.
E di una candidatura di Paola De Micheli?
“Le rispondo così: credo che abbia già abbastanza cose da fare. Mi ripeto, prima pensiamo a una nuova coalizione, ampia, che si avvalga delle migliori competenze: mi piacerebbe rispolverasse i successi di Alleanza per Piacenza negli Anni 90, in una versione 4.0, per affrontare i grani temi dello sviluppo del nostro territorio guardando almeno al 2030”.
Quali sono?
“Parliamoci chiaro: nessuno lo dice, ma tutti sanno che è pronto un progetto di un altro milione di metri quadrati per la logistica. Sappiamo che tutti gli investimenti oggi arrivano da lì e che si sta sviluppando una logistica intelligente e di qualità. Ma come affrontare questo sviluppo sul piano della compatibilità ambientale? E su quello della qualità del lavoro e dello sviluppo dei centri direzionali? Poi c’è il tema energetico, visto che Piacenza è una delle capitali di questo settore. E quello delle nuove infrastrutture che potrebbero cambiare il volto di questa città, a partire dallo spostamento della A21 o dal creare un tunnel a cielo aperto per annullarne gli effetti inquinanti; senza dimenticare il tema delle aree militari da affrontare e risolvere in modo organico”.
Bisotti, lei punta molto in alto e sta mettendo molta carne al fuoco…
“Guardi, sono questi i temi su cui bisogna ragionare a Piacenza. Con i cittadini, con la Regione e con il Governo. Se no, non andiamo da nessuna parte”.
Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.
Se la sinistra mi sposta o nasconde in un tunnel la A21, mi sistema il decoro urbano e mette in sicurezza le aree oggi in mano a gang più o meno baby, ebbene, mi converto e divento piddino anch’io 🙂
Fuori dallo scherzo: bisogna essere pragmatici e scegliere amministratori che sappiano fare bene e con lungimiranza il loro lavoro. Gli attuali non mi sembra abbiano le carte in regola da questo punto di vista.