Banca di Piacenza: ci siamo. Dopo le anticipazioni del mese scorso, il 30 marzo la Popolare della città emiliana presenta il suo progetto di bilancio 2018 all’Assemblea dei soci. E i numeri in alcuni casi sono più floridi di quelli lasciati trapelare dai vertici dell’Istituto di via Mazzini negli incontri sul territorio con azionisti e clienti.
Vola l’utile netto
Per prima cosa, il progetto di bilancio della Banca di Piacenza – presieduta da Corrado Sforza Fogliani, a capo del Comitato esecutivo, e guidata dal direttore generale Mario Crosta – chiude con un utile netto di 14 milioni di euro (11,1 milioni nel 2017) in crescita del 26,49%.
Sale il dividendo
Grazie a questo risultato, come succede dalla nascita dell’Istituto, e quindi da 82 anni, viene proposto un dividendo per i soci. Stavolta è di 1 euro per azione, in aumento del 5,26% rispetto a quello corrisposto nell’esercizio precedente (0,95 euro). E c’è la possibilità di optare per il pagamento del dividendo in azioni (senza oneri fiscali, a differenza dell’incasso, tassato al 26%).
Solidità confermata
La solidità patrimoniale della Banca di Piacenza è confermata da un CET1 Ratio e da un Total Capital Ratio, entrambi del 15,3%. Due coefficienti, segnala la Popolare emiliana, che si posizionano su valori notevolmente superiori ai requisiti minimi regolamentari e al di sopra di quelli normalmente riscontrati nel sistema bancario italiano. In più, si evidenzia come la riclassificazione di parte del portafoglio titoli – con decorrenza dal 1° gennaio 2019 – abbia portato a un benefico effetto sui coefficienti patrimoniali. I valori proforma ricalcolati mostrano infatti un Total Capital Ratio del 17,7%.
Dalla raccolta alle sofferenze
Guardando alla massa amministrata, la raccolta diretta da clientela della Banca di Piacenza è salita a 2.276,7 milioni di euro (+2,45%). La raccolta indiretta invece è passata da 2.877,6 a 2.788,7 milioni (-3,09%): nonostante una buona crescita della raccolta gestita, i valori di mercato al 31 dicembre 2018, a seguito dei noti cali, hanno portato ad una riduzione dell’aggregato complessivo.
Gli impieghi alla clientela, al netto delle rettifiche di valore, si sono collocati invece a 1.880,6 milioni, in aumento dell’1,69% rispetto al 31 dicembre 2017 (1.849,4 milioni). E in crescita del 3,77% rispetto al dato dell’anno precedente, ricalcolato – spiegano in via Mazzini – per tener conto della prima applicazione del principio contabile IFRS 9, in vigore dal 1° gennaio 2018 (1.812,3 milioni). Buoni risultati che derivano anche da una positiva dinamica nella concessione di mutui (+12,12%).
Gli indicatori di rischiosità del portafoglio crediti sono in linea con la media di sistema. Mentre risultano migliori per quanto riguarda le sofferenze, all’1,32% del totale degli impieghi netti. Una percentuale, sottolineano dalla Popolare piacentina, in sensibile calo rispetto alle sofferenze 2017 (2,42%). E questo anche rispetto all’indice del sistema bancario, che per l’Abi “Monthly Outlook” si attesta al 2,18% (dato al mese di novembre 2018).
Dal margine ai nuovi soci
Il conto economico della Banca di Piacenza ha visto l’aumento del margine di interesse, pari a 43,1 milioni di euro (+1,63% sul 2017, riclassificato secondo le nuove voci di bilancio). Così come l’incremento delle commissioni attive pari a 41,7 milioni (+3,71%).
Il margine d’intermediazione invece si è attestato a 84,5 milioni, in linea con il precedente esercizio.
Il risultato netto della gestione finanziaria chiude in aumento di 6,8 milioni (+9,38%). E sotto il profilo economico ha consentito di assorbire da un lato i maggiori oneri connessi al nuovo “Piano di ricambio generazionale” (3,8 milioni), e dall’altro i maggiori accantonamenti per rischi ed oneri (+1,2 milioni).
Infine, è in costante progresso il numero dei soci della Banca di Piacenza. A dicembre 2018 la consistenza della compagine sociale faceva segnare un aumento del 4,22% rispetto a fine 2017.
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