Ad Amatrice non si fanno i conti solo con le scosse di terremoto, ma anche con la burocrazia. La storia che stiamo per raccontarvi è emblematica. All’interporto di Livorno sono fermi una serie di moduli abitativi per 400 persone, pronti per essere mandati ad Amatrice da gennaio. Si tratta di un piccolo villaggio smontabile e multiuso. Per un totale di 5mila metri quadrati di camere con bagno e riscaldamento, spazi comuni, cucine. Valore della struttura un milione di euro. Costo per i contribuenti zero. Si tratta di una donazione della Ciano international che si occupa di catering nelle basi della Nato e delle Nazioni unite. Ma dopo 7 mesi di tira e molla non è ancora stato dato il via libera all’operazione. E adesso la Ciano international sta per inviare in Africa i 37 container con il villaggio.
La denuncia di Scelli
A raccontare questa vicenda è Maurizio Scelli ex commissario della Croce Rossa Italiana. “Una struttura mobile fantastica, utilissima ma ferma a Livorno”, ha spiegato all’Adnkronos. “Il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, già a gennaio aveva colto l’opportunità per utilizzarla e condividerla con le persone colpite dal sisma dei paesi circostanti”. Ma poi tutto si è fermato. Come mai? “La Protezione Civile ha bloccato tutto, affermando che la struttura messa a disposizione dalla Ciano International non era nuova, era stata usata”.
In effetti, come riporta anche Repubblica, il villaggio è stato fabbricato 8 anni fa e utilizzato prima in Somalia e in seguito nei cantieri della metropolitana di Milano. Quindi per i tecnici erano necessari dei controlli. “Malgrado le pressioni di Pirozzi per l’urgenza tutto è rimasto fermo. E ora si rischia che la struttura vada in Africa. Ci fu anche un sopralluogo, ma non si arrivò a nessuna decisione“. L’ultima considerazione di Scelli è amara: “Questa sembra una vicenda kafkiana. La Protezione Civile dovrebbe fare di tutto per fronteggiare le emergenze e portare aiuti. Mentre tutto viene bloccato da questioni burocratiche. E non vengono poste in primo piano le necessità urgenti delle persone in difficoltà”.
La battaglia del sindaco di Amatrice
Chi non si dà ancora per vinto è il sindaco di Amatrice, in trincea dal 24 agosto 2016, quando il suo comune è stato colpito dal sisma. “Dieci giorni fa ho telefonato al Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, per chiedergli di parlare di questo problema con Zingaretti (il presidente della Regione Lazio, ndr). Anche perché qui si susseguono continue scosse di terremoto. E questo villaggio potrebbe rappresentare una soluzione psicologica importante per la popolazione. Ma non ho ancora ricevuto nessuna risposta”.
Nel frattempo Pirozzi ha già predisposto tutto. “Da tempo avevo dato la disponibilità di due aree provvisorie, una nel Comune di Posta e una in quello di Cittareale. La disponibilità c’è ancora. Se l’amico Scelli mi dà una mano potremmo bypassare la Regione e costruirlo noi”. Con quali risorse? ”L’Ucei, l’Unione delle comunità ebraiche italiane, ha dato la sua disponibilità ad occuparsi del montaggio. Quindi il meccanismo l’ho trovato e sono pronto a ricevere il villaggio”.
La presa di distanze della Croce Rossa Italiana
Nella vicenda entra anche la Croce Rossa Italiana con una nota ufficiale. E lo fa per “rendere chiaro a tutti che Maurizio Scelli non parla a nome di Croce Rossa Italiana né fa parte dell’associazione. In particolare, è bene rendere chiara la vicenda delle casette di Livorno. La storia è molto più semplice di quella raccontata da Scelli. Semplicemente una squadra di tecnici ha fatto un sopralluogo e non le ha ritenute idonee per Amatrice. Non c’è altra spiegazione né teorema particolare dietro questa vicenda”.
Per Amatrice servono altre risposte
Sarà, ma l’amarezza resta. E comunque non bisogna fermarsi qui. Forse i cittadini di Amatrice, e non solo loro, meritano ben altri chiarimenti e non dalla Croce Rossa. Perché un sindaco dovrebbe insistere per mettere a disposizione dei suoi cittadini in difficoltà una struttura inidonea, con tutti i rischi che ne conseguono? E perché la Protezione Civile non ha dato ancora una risposta ufficiale? Intanto si sono persi 7 mesi e le scosse continuano.
Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.