Economia

Spagna, che lezione: col turismo sono diventati più ricchi di noi

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La Gran Via nel centro di Madrid

Spagna batte Italia: non stiamo parlando di calcio, ma di economia. Il Fondo monetario internazionale l’ha certificato nei giorni scorsi. Nel 2017 c’è stato il sorpasso nel Pil pro-capite a parità di potere di acquisto. Se lo scorso anno lo spagnolo medio aveva a disposizione 38.286 dollari, un italiano ne aveva in portafoglio 38.140. Ci scoccia? Un po’ sì. E allora proviamo a capire il perché del sorpasso iberico.  

Spagna: si parte dal 2000

Prima di tutto è inutile compiere un lungo excursus storico-economico. Dimentichiamo quindi la “Reconquista”, Isabella e Colombo, Carlo V, Filippo e la sua “Invencible Armada”. Basta prendere il secolo scorso. Dopo la Guerra civile spagnola (1936-39) la penisola iberica è stata dominata dalla dittatura di Francisco Franco che ne ha fatto una sorta di Giappone occidentale lontano da tutto. La Spagna si è affacciata alla realtà europea solo nel 1975, alla morte del Caudillo. Ma noi iniziamo il nostro “viaggio economico” addirittura 25 anni dopo, nel 2000, quando Madrid è entrata nella zona euro.

All’epoca, il Pil italiano valeva quasi due volte quello spagnolo. Ma il nostro Paese ha una popolazione nettamente maggiore. Infatti nel 2000 il nostro Pil pro-capite era solo 1,37 volte quello spagnolo. Dunque, un italiano mediamente era più ricco di quasi il 40% rispetto a un cugino iberico. Tuttavia, già nel 2007 la musica era cambiata.

La quiete prima della tempesta

Perché parliamo di quell’anno? È quello che precede l’esplosione della crisi finanziaria del 2008. Allora il Pil italiano in termini assoluti valeva 1,49 volte quello spagnolo. Ma il rapporto tra i dati pro-capite scendeva drasticamente a meno di 1,15 volte. In soli 7 anni, dunque, la nostra ricchezza media si era già nettamente ridotta. E nel 2017, a fronte di un Pil nominale di 1,475 volte quello spagnolo, il dato pro-capite ci vede in vantaggio solo del 13,6%. Ma a parità di potere d’acquisto andiamo sotto. E gli spagnoli sono diventati più ricchi di noi.

Spagna e Italia a confronto

Se esaminiamo alcuni parametri economici forse riusciamo a capire com’è accaduto.

  • Banche: la Spagna ha chiesto aiuto all’Europa, che ha finanziato con 40 miliardi di euro il risanamento degli istituti spagnoli. I crediti deteriorati di Madrid sono passati dal 14 al 10%. l’Italia ha respinto sdegnosamente l’aiuto europeo. I nostri crediti deteriorati sono cresciuti a oltre il 12%.
  • Investimenti: da noi negli ultimi anni si sono ridotti del 4%. In Spagna invece sono cresciuti di oltre il 7. E senza investimenti pubblici, il Pil non cresce.
  • Disoccupazione: qui andiamo meglio noi. Siamo sull’11,4%, mentre Madrid è al 20%.
  • Debito pubblico: la Spagna è passata da un rapporto debito/Pil del 35% nel 2007 all’attuale 99,2%. Dunque è quasi triplicato in un decennio. L’Italia è passata dal 100% del 2007 all’attuale 133%. Ma il differenziale iniziale era così diverso e favorevole per Madrid, che mentre l’aumento del debito spagnolo è stato utilizzato per gli investimenti, il nostro è lievitato a causa della spesa corrente e per il pagamento degli interessi sul debito.
  • Pil: negli ultimi 3 anni la Spagna l’ha incrementato del 7,5%, l’Italia di 2 punti scarsi.

Un tesoro chiamato turismo

Allora: negli ultimi anni l’Italia ha aumentato le spese correnti (80 euro di Renzi, salvataggio Alitalia e Mps, nuovo contratto statali…) e ha pagato interessi. Invece la Spagna ha compiuto massicci investimenti.
Dove? Per esempio nel turismo. Il saldo spagnolo nel 2017 è stato il doppio di quello italiano: 80 miliardi contro i 40 italiani. Se nel Dopoguerra eravamo al 1° posto, oggi per arrivi di turisti siamo al 5°.
La Spagna intanto ha superato gli Usa, affiancando ormai la Francia che è la leader mondiale del settore.
I turisti arrivati in Spagna nel 2017? 82 milioni, l’8,9% in più del 2016. Il nostro aumento? Un buon 4%, ma sempre la metà di Madrid. Anche sulla durata dei soggiorni ci superano: una media di 7 giorni in Spagna contro i 3,5 in Italia.

Insomma, il governo spagnolo ha fatto del turismo un settore economico strategico. E la sua scommessa è stata premiata. Ne volete un altro esempio? L’indice di competitività turistica del World Economic Forum. La Spagna supera tutti i 14 parametri che lo compongono. È un indice che comprende accoglienza delle strutture, attrattive turistiche, livello delle infrastrutture, programmi dedicati a single e famiglie, passando per spiagge, clima, cibo e arte. E se gli spagnoli sono primi in questa classifica di competitività turistica, l’Italia dov’è? Solo all’8° posto.

Il Paese più bello del mondo

Cari Salvini, Di Maio e Berlusconi, la Spagna insegna. Perché non facciamo un investimento sul Paese più bello del mondo, quello che vanta il più grande patrimonio artistico del pianeta, quello che ha 7.456 chilometri di coste da Ventimiglia a Trieste, e uno più bello dell’altro?
Certo, non tutto è solo turismo e l’economia italiana è molto più complessa. Ma da lì si potrebbe iniziare a risolvere problemi come disoccupazione e gap meridionale. Basterebbe solo volerlo.

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Massimo Solari è avvocato cassazionista e scrittore. Ha pubblicato diversi volumi sulla storia di Piacenza e alcuni romanzi. Ha tenuto conferenze e convegni sulla storia di Piacenza. Ha collaborato con le riviste Panoramamusei, L'Urtiga, e scrive sul quotidiano Italia Oggi.

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