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Reddito di cittadinanza: il tesoretto, i conti di Tridico e i fronti aperti

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Pasquale Tridico, presidente dell'Inps

Reddito di cittadinanza e politiche attive del lavoro: è tempo di un primo bilancio. E non solo perché si avvicina la scadenza delle elezioni europee, vissuta dalla maggioranza giallo-verde come un’autentica ordalia del consenso. Ma anche perché i dati ufficiali hanno ormai raggiunto una consistenza apprezzabile.
Prima però di passare a quest’analisi, conviene prepararsi a una nuova possibile fonte di polemica interna a maggioranza e governo.

Il “tesoretto”… elettorale

Infatti, se come pare non tutte le risorse stanziate per il Reddito (come per Quota 100) dovessero essere spese, cosa sarà di quei risparmi che potrebbero arrivare anche a un miliardo di euro secondo il presidente dell’Inps Pasquale Tridico? È facile prevedere che si torni a parlare del celeberrimo “tesoretto”, per soddisfare parte delle infinite promesse elettorali.

Ma il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha già ricordato i principi fissati al riguardo nella Legge di bilancio. Primo: i fondi destinati a Reddito e Quota sono comunicanti, cioè i risparmi dell’uno potrebbero andare a beneficio dell’altra e viceversa. Secondo: se non si optasse per questa via, i risparmi corrispondenti verrebbero destinati alla riduzione del deficit, con Matteo Salvini che rilancia per un taglio delle tasse, visto che per lui il Reddito di cittadinanza non “fa ripartire l’Italia”. 

I dati del Pil nel primo trimestre 2019 (+0,2% congiunturale e +0,1% tendenziale) non autorizzano rilassamenti. Dal punto di vista delle definizioni, autorizza a parlare di stagnazione anziché di recessione tecnica. Ma, nonostante questo lieve rimbalzo, il nostro problema resta il debito.

Il centro studi di Confindustria ha ammonito come la crescita del debito pubblico italiano al ritmo di 1,5 punti l’anno negli ultimi 5 anni sia da imputare soprattutto alla bassa crescita. E il dato del primo trimestre conferma che abbiamo il freno a mano tirato, a fronte di una crescita media dell’Eurozona dello 0,4% nell’analogo periodo.

I conti di Tridico 

Veniamo al Reddito di cittadinanza e ai dati del ministero del Lavoro, integrati dalle dichiarazioni del professor Tridico.
Le domande caricate sulla piattaforma online erano quasi 807mila all’inizio del mese scorso; alla fine di aprile per Tridico sono salite a 950mila (300mila card già consegnate). Sempre secondo il presidente dell’Inps, che stima 1,3 milioni di richieste a fine anno, il tasso di rifiuto delle domande presentate si aggira attorno al 25%, il che dovrebbe portare circa 950mila famiglie a usufruire del Reddito.

Tridico ha parlato anche delle limitazioni relative ai destinatari e agli importi. La cifra media erogata per famiglia è pari a 520 euro. La spiegazione data da Tridico della considerevole distanza dell’erogazione media rispetto ai 780 euro del mantra elettorale 5 Stelle del 2018 è geografica. Al sud la più parte dei richiedenti è infatti proprietaria di casa e questo abbassa la percentuale di chi ottiene il contributo pieno.

In ogni caso, per il presidente dell’Inps il Reddito di cittadinanza si sta rivelando un successo. Specie se confrontato con il Rei del governo Gentiloni, che nel primo mese aveva avuto solo 80mila richieste. Ricordiamo che i fondi per il Reddito d’inclusione sono confluiti nei 7 miliardi messi a disposizione per il Reddito di cittadinanza.

Chi manca all’appello

Per tornare ai dati forniti a inizio aprile dal dicastero guidato da Luigi Di Maio, in maggioranza (54%) le richieste provengono dalle donne. Su base regionale, Campania e Sicilia guidano la classifica delle domande con 137 e 128mila, seguite da Lazio, Puglia e Lombardia sulle 70mila. A livello provinciale, in testa ci sono Napoli con quasi 80mila domande e Roma con 50mila. Per quanto riguarda la via scelta per inoltrare le istanze, i Caf (con oltre il 72%) soverchiano decisamente Poste Italiane.

I critici della misura notano un drastico ridimensionamento delle richieste (-80%) nel mese di aprile rispetto a quelle di marzo. A parte l’effetto scoraggiamento da bassi importi, sempre Tridico sostiene che gli oltre 2 milioni di poveri mancanti all’appello non abbiano ancora fatto domanda per carenza d’informazione. Per questo, preannuncia l’iniziativa “Inps per tutti”, un’opera di comunicazione con camper e gazebo per le strade, là ove molti poveri risiedono purtroppo normalmente.

Reddito e nodi irrisolti

Ci sono comunque altri tre fronti problematici aperti sul Reddito di cittadinanza.
Il primo riguarda gli stranieri extracomunitari, che sinora hanno inoltrato 86mila richieste. Sulla normativa pesano sempre i sospetti di contrarietà al diritto comunitario a causa del requisito dei 10 anni (anziché 5) di residenza continuativa. Anche il requisito della residenza richiesto ai comunitari potrebbe peraltro essere considerato discriminatorio in base ai trattati europei.

Il secondo problema riguarda l’età dei richiedenti il Reddito. Smentendo le aspettative, non sono i giovani a fare la parte del leone. Al contrario: oltre il 60% delle domande proviene da soggetti compresi tra i 45 e i 67 anni di età. Il 23% viene dalla fascia 25-40 anni, il 13% dagli over 67 e solo il 3% dagli infra 25enni. Non bisogna comunque dimenticare che la raccolta delle domande non è chiusa, avendo il Reddito carattere strutturale.

Terzo e ultimo fronte aperto, la partita dei cosiddetti “navigator” rimane incerta. Dopo molte trattative tra Stato e Regioni (responsabili dei Centri per l’impiego), sembra che il compito di queste nuove figure debba limitarsi a un supporto tecnico ai dipendenti regionali. Le domande presentate per il concorso sono oltre 38mila, a fronte di 3mila posti disponibili: 13 volte tanto. E il paradosso per cui chi dovrebbe aiutare gli altri a cercare lavoro lo stia affannosamente cercando a propria volta la dice lunga sull’ambiguità di una misura come il Reddito di cittadinanza. Misura di alleviamento della povertà o parte delle (sin qui inefficienti) politiche attive del lavoro?

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Corrado Cavallotti è laureato con lode in Giurisprudenza all’Università Cattolica. Ha vinto il Premio Gemelli 2012 per il miglior laureato 2010 della Facoltà di Giurisprudenza di Piacenza. Ama la storia, la politica ed è appassionato di Chiesa. Scrive brevi saggi e collabora con il periodico Vita Nostra.

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